Ora che si alzeranno nuovamente tutte le Cassandre del “io
l’avevo detto” è giusto fare un punto della situazione attuale del Milan a una
piastrella di distanza dalla partita che segnerà l’ingresso o meno agli ottavi
di Champion’s. I presagi non sono per nulla
incoraggianti, anzi. L’aurea di mediocrità che aleggia dalle parti di Milanello dopo il pari di Livorno è più plumbea del cielo
milanese a Gennaio.
Però, c’è un però, la squadra non è cosi scarsa come si
voglia far credere.
Di fatto è la stessa che l’anno scorso, una volta trovata la
quadra, è arrivata terza con una buona difesa e un gioco accettabile. Su quella
intelaiatura sono stati innestati Kakà per Boateng (a occhio e croce un miglioramento) e De Jong (già c’era ma rotto). Sicuramente ci si poteva
attendere di più dal mercato ma pensare che la squadra sia addirittura più
scarsa di un anno fa è troppo. Stesso discorso vale per la bistrattata difesa,
la stessa che nel girone di ritorno a volte è sembrata solidissima ed oggi
appare un gran formaggio svizzero con i buchi.
L’appannamento è perlopiù mentale, dovuto alla scarsa
autostima generata dai primi risultati negativi che hanno di fatto estromesso
dopo pochi turni la squadra dalla lotta per i primi posti insidiando la
consapevolezza di non riuscire a ripetere la rimonta di un anno orsono. A tutto
questo, ovviamente, fanno da corollario le mancanze del tecnico, chiaramente
indebolito ed incapace di instillare le giuste motivazioni ad un gruppo ormai
sfilacciato e senza il nerbo necessario a lottare in serie A. Le prove di tutto
questo? Son li da vedere e ci riferiamo alle gare di Champion’s dove i ragazzi, a tratti hanno esibito
performance in linea con il loro blasone.
In Campionato, una volta mollati i pappafichi le prestazioni
si ripetono con inquietante ripetitività vedi Verona, Bologna, Torino, Parma
e… Livorno.
Sempre gli stessi errori di distrazione, superficialità e
presupponenza con gare sotto ritmo che fanno dubitare
che si giochi lo stesso sport degli altri campionati europei (qualcuno ha visto
per caso una qualsiasi partita del campionato inglese, tedesco o francese di
recente?).
Mexes e Zapata, limiti tecnici e mentali a parte, se fossero
adeguatamente sorretti dalla mediana probabilmente non dovrebbero coprire 30
metri di campo, risultato di reparti scollati e distanti tra loro come il bianco
dal nero. Se l’attacco pressasse le zone anziché correre a caso dietro la palla
non costringerebbe Montolivo (o Muntari, prendetene uno a caso)ad uscire assaltando i
centrali avversari e creando varchi sui lanci susseguenti alle sue
spalle.
Manca poco e sapremo che stagione ci attende da qui al
Mondiale, il passaggio in Europa potrebbe ringalluzzire il gruppo e rimetterlo
nei binari giusti anche per la seconda parte di stagione sempre che ci sia la
voglia di rimettersi in discussione e di lottare per le posizioni meno nobili
della classifica. Diversamente sarà il baratro e occorrerà una società solida
come non è stata fino ad oggi per tenere in piedi la capanna di fronte ai soffi
del lupo cattivo. I nomi dei porcellini che resteranno dentro sceglieteli
voi.
Andrea
Matani
Amazing Milan
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